biografia
Roma, 1936 – Roma, 2014
Renato Mambor è stato un artista italiano tra i maggiori rappresentanti della “Scuola di Piazza del Popolo”. Nata a Roma negli anni ’60, questa esperienza artistica ruota intorno alla figura di Mario Schifano, con il quale Mambor stringe una profonda amicizia ed inizia a sperimentare le sue prime ricerche artistiche.
Nel 1959, la Galleria L’Appia Antica di Roma organizza la prima mostra personale dell’artista, il quale l’anno successivo vince uno dei premi di incoraggiamento della Galleria d’Arte Moderna (Roma), per poi esporre alla Galleria La Tartaruga di Plinio De Martiis nel 1963 e negli anni successivi. Nel 1967 viene invitato da Germano Celant a prendere parte alla mostra Arte povera – Im-spazio a Genova.
Successivamente, approfondisce la sua ricerca artista prediligendo la rappresentazione di immagini figurali fredde e spersonalizzate attraverso l’uso di sagome statistiche, segnali stradali, ricalchi fotografici, stampigliatura di timbri e rulli. Queste sagome piatte di natura bidimensionale escludono non solo i tratti somatici delle figure rappresentate ma anche quelle di ogni tipo segno di profondità o di calligrafia.
Mambor è uno dei primi artisti che sconfina dalla pittura in altri linguaggi quali la fotografia, la performance, le installazioni, il teatro e il cinema, svolgendo anche un piccolo ruolo nel film La Dolce Vita di Fellini.
Dalla fine degli anni ’60 si dedica attivamente alla fotografia, realizzando la serie Azioni Fotografate, dove fissa il suo corpo bloccato da impedimenti. Nel ciclo dei Giocattoli per Collezionisti costruisce giocattoli “rassicuranti” come supporto per le fotografie “inquietanti” tratte dall’Atlante di Medicina Legale.
Dal 1975 dirige la compagnia teatrale Gruppo Trousse (nome tratto dalla scultura di metallo da lui realizzata), lavorando come autore e regista fino al 1987.
Alla fine degli anni ’80, Mambor torna a dedicarsi completamente alla pittura dopo averla temporaneamente sospesa per dedicarsi alla fotografia, al video e al teatro. La sua ricerca si concentra sull’interazione tra l’oggetto esterno e la superficie pittorica. In questi anni lavora molto sulla sua immagine di profilo o di spalle, senza volto, che indica un’assunzione di responsabilità dell’esperienza e non un fatto narcisistico.
Nel 2007 alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma, presentato da Achille Bonito Oliva, mostra i “Separé”.
L’artista continuerà a produrre ed esporre fino al 2014, anno della sua scomparsa.