biografia
Torino, 1940 – Roma, 1994
Alighiero Boetti – o Alighiero e Boetti come firmò le sue opere dal 1971 – è stato un artista italiano. Figlio dell’avvocato Corrado Boetti e della violinista Adelina Marchisio, ha iniziato la sua carriera come artista autodidatta, dopo aver studiato brevemente Economia e Commercio all’Università di Torino.
In un contesto caratterizzato dalla recente nascita dell’ Arte Povera, nel 1967, la galleria Christian Stein di Torino organizza la sua prima mostra personale. Successivamente Boetti viene invitato a prendere parte a tutte le mostre collettive vicine all’Arte Povera, così come alle mostre legate all’arte concettuale come la celebre “When Attitudes become Form” presso la Kunsthalle di Basilea nel 1969.
Gli anni a seguito di questa mostra segnano il distacco di Boetti dall’Arte Povera a favore della sperimentazione concettuale attraverso l’utilizzo dei metodi della duplicazione, simmetria e moltiplicazione. Da questo momento in poi i suoi lavori si concentrano sui codici di classificazione e comunicazione, lavorando con numeri, mappe e alfabeti e sperimentando con una varietà di materiali e tecniche, che ricordano l’antica arte asiatica.
La passione di Boetti per l’Afghanistan si sviluppa nei primi anni ’70 a seguito di alcuni alcuni viaggi che si trasformano presto in lunghi soggiorni. Nel 1971 Boetti e sua moglie inaugurano il famoso “One Hotel” a Kabul.
Durante questo periodo Boetti inizia a lavorare alle Mappe, affidando la realizzazione dei suoi famosi arazzi alle ricamatrici afgane. Creati tra il 1971 e il 1994, questi grandi ricami su tessuto riportano bandiere geografiche che mutano colori e forme in accordo al contesto geopolitico mondiale che correva al momento della realizzazione. Kabul è inoltre d’ispirazione per un’ altra famosa serie intitolata Frasi messe al quadrato. Successivamente, a seguito dell’occupazione sovietica in Afghanistan (dicembre 1979 – febbraio 1980), l’interruzione della produzione di arazzi lo porta a lavorare con i rifugiati afgani a Peshawar in Pakistan (dal 1986).
Essendo un grande viaggiatore, Boetti trascorre lunghi periodi in diversi continenti. Paesi come l’Etiopia, il Guatemala e il Giappone lo hanno ispirato a creare i suoi Lavori postali con francobolli locali. Evocando il passare del tempo, questi pezzi si basano sulla mutazione matematica dei francobolli e sull’imprevedibile avventura dei servizi postali del mondo.
L’aspetto rivoluzionario del lavoro di Boetti è stato la creazione di un paradigma all’interno del quale le persone coinvolte nel processo creativo potessero agire, mettendo radicalmente in discussione il ruolo dell’artista e l’impatto del caso, della sequenza, della ripetizione e della paternità nella creazione di un’opera dell’arte. Il suo lavoro e il suo atteggiamento hanno fortemente influenzato le future generazioni di artisti in Italia e nel mondo.
© Alighiero Boetti