biografia
Milano, 1937 – Melzo, 1993
Gianni Colombo si forma all’Accademia di Belle Arti di Brera, frequentando i corsi di pittura tenuti da Achille Funi e Pompeo Borra.
Nei primi anni della sua produzione lavora principalmente con la ceramica, sperimentando materiali e linguaggi diversi, dalla fotografia alla grafica. Fortemente influenzato da Lucio Fontana realizza opere polimateriche e rilievi monocromi in ovatta che, nel 1959, espone alla galleria Azimut di Milano.
Sempre in quell’anno, a Milano, Gianni Colombo istituisce il Gruppo T, insieme a Giovanni Anceschi, Davide Boriani e Gabriele De Vecchi, diventando il protagonista italiano del movimento dell’arte cinetica.
Il gruppo si fonda sull’idea del recupero dei temi delle avanguardie storiche (in particolare di futuristi, dadaisti e costruttivisti), rielaborati in funzione delle sperimentazioni e delle ricerche artistiche più recenti, con lo scopo di abolire ogni frontiera statica tra pittura, scultura e architettura.
Nel 1960, il gruppo organizza la prima mostra collettiva, sotto il termine Miriorama concetto che definisce la loro poetica e tutte le loro mostre, esponendo opere volutamente non firmate e caratterizzate dalla ricerca sul rapporto tra spazio-tempo nell’opera d’arte.
Nello stesso anno, con Miriorama 4, si ha la prima mostra personale di Gianni Colombo, mostra in cui espone le sue prime opere cinetiche intitolate Superfici in variazione e Rilievi intermutabili, la cui novità è rappresentata dall’intervento diretto dello spettatore per essere attivate.
La sua ricerca si focalizza, infatti, sul tentativo di vivificare le opere d’arte con movimenti meccanici, producendo così variazioni imprevedibili per stupire e rendere più attivo il ruolo dello spettatore.
Nel 1962 partecipa, insieme agli altri esponenti del Gruppo T, alla mostra itinerante “Arte Programmata” organizzata da Bruno Munari in collaborazione con Olivetti. Il gruppo aderisce inoltre al movimento internazionale “Nouvelle Tendance” ed alle successive esposizioni del movimento.
A partire dalla metà degli anni Sessanta, Colombo si interessa maggiormente allo spazio ambientale che progetta come luogo di attivazione sensoriale coinvolgendo gli spettatori. Colombo crea quindi degli ambienti abitabili e praticabili che, progressivamente, da spazi neutri e “astratti” (dove il pubblico è immerso in eventi cinetici di natura luminosa), diventano sempre più spazi legati a una progettazione architettonica. Il suo intento è quello di far ripensare allo spettatore il concetto di spazio, modificandone la percezione dell’ambiente, quasi a sottolineare la fragilità delle convinzioni dettate dall’abitudine. L’ambiente più noto di Colombo è Spazio Elastico, con il quale vince il primo “Premio per la pittura” alla XXXVI” Biennale di Venezia del 1968.
Nel 1979 Colombo è nominato docente di “Strutturazione dello spazio” alla Nuova Accademia di Belle Arti di Milano, di cui dal 1985 assume anche la direzione.
Gianni Colombo ha esposto in alcuni dei musei e delle istituzioni culturali più importanti del mondo. La sua ricerca artistica è stata fondamentale per gli sviluppi dell’Op Art e dell’arte ambientale.