biografia
Berlino, 1895 – Saint Tropez, 1971
Massimo Campigli – pseudonimo di Max Ihlenfeldt – nonostante fosse nato a Berlino, vive i suoi primi anni di vita in Italia, prima a Firenze e poi a Milano. Proprio a Milano si unisce al Futurismo, come giornalista.
Dopo aver combattuto nella Prima Guerra Mondiale, dove è sia prigioniero che fuggitivo, torna nella capitale lombarda ed inizia a lavorare per il “Corriere della Sera”. Il giornale lo invia come corrispondente a Parigi ed è proprio in Francia che Campigli inizia la sua carriera artistica, partecipando al Salon d’Automne nel 1921, 1923 e nel 1925.
Successivamente, insieme a De Chirico, Tozzi, Severini, Paresce e Savinio, fonda il gruppo “Italiens de Paris”. Nel 1926 prende anche parte alla “Prima Mostra del Novecento Italiano” a Palazzo della Permanente di Milano.
Nel 1927, in occasione di una gita in famiglia assieme alla moglie presso il museo di Villa Giulia a Roma, scopre l’arte Etrusca, la quale plasma il suo stile in una miscela tra un’ atemporalità mitica e un arcaico rigore compositivo. Nello stesso anno, l’artista partecipa alla Biennale di Venezia, raggiungendo, nel 1929, un successo internazionale attraverso una mostra personale tenutasi alla Galerie Jeanne Bucher di Parigi.
Campigli prende inoltre parte alla Biennale di Venezia del 1948 e del 1960. Gli ultimi anni della sua vita li trascorre a Saint-Tropez con la moglie, dopo aver ottenuto un indisputabile successo. Muore nel 1971.
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