biografia
Città di Castello, 1915 – Nizza, 1995
Alberto Burri è stato un pittore italiano. Dopo aver studiato medicina, presta servizio nell’esercito italiano durante la seconda guerra mondiale. Catturato in Tunisia nel 1943, viene mandato in un campo di internamento di prigionieri di guerra in Texas, dove inizia a dipingere. Presto abbandona la sua professione medica per dedicarsi interamente all’arte.
Un estremo sperimentalismo materico lo avvicina a materiali inconsueti, ne sono esempio i Sacchi – caratterizzati da imperfezioni casuali e da strappi, riportati a una ricercata armonia da rammendi e altri interventi, ma anche opere come i Catrami, le Muffe ed i Gobbi (1950-55).
Aderisce con Capogrossi, Colla e Ballocco alla fondazione del “gruppo Origine” (1950), promosso sulla rivista milanese AZ che prospetta un rinnovamento imperniato sull’impegno comune e sulla consapevolezza del cambiamento: liberarsi del passato – persino recente – in favore di un’arte che faccia tabula rasa delle involuzioni manieristiche dell’astrattismo, tornando, appunto, “alle origini”.
Il 1953 è l’anno della svolta internazionale, dovuta alle grandi mostre oltreoceano (New York e Chicago): Burri appare come la figura centrale di un’arte informale finalmente nobilitata e autorevole. I numerosi riconoscimenti non gli impediscono di proseguire la sua ricerca sui materiali comuni, dando vita ad alcune delle sue opere più incisive, nascono così le Combustioni, serie che – ancor prima di Klein – evidenzia la traccia vivifica del fuoco in ricche possibilità ricettive, determinando una violenza formale che va al di là dell’apparenza. Del biennio 1956-58 invece nascono i Ferri e i Legni.
Gli anni Sessanta sono una nuova e felice stagione, in questo periodo, sia nelle forme che nei materiali, Burri considera il quotidiano e l’inconsueto come universi inesauribili ai quali attingere. Appartengono a questi anni le opere denominate Cretti e Cellotex.
Nel 1952 Burri partecipa alla Biennale di Venezia e ad altre importanti mostre tra le quali segnaliamo l’esposizione al National Museum of Modern Art di Parigi del 1972, la mostra alla Tate Gallery di Londra nel 1974 e al Museo Nazionale d’Arte Moderna di Roma nel 1976. L’importante retrospettiva al Guggenheim di New York (1977) fa da preludio all’apertura della Fondazione a Città di Castello (1981), donata dall’artista alla sua città natale, che documenta tutti i passaggi della sua produzione.
© Fondazione Palazzo Albizzini-Collezione Burri, Città di Castello