biografia
Trento, 1901 – Milano, 1986
Fausto Melotti si forma alla facoltà di Fisica e Matematica dell’Università di Pisa e al Politecnico di Milano, dove nel 1924 si laurea in ingegneria elettrotecnica.
In questi anni matura un forte interesse per la musica, studiando pianoforte, e la scultura, e si iscrive all’Accademia di Brera di Milano, dove è allievo di Adolfo Wildt, insieme a Lucio Fontana, con il quale stringe un lungo sodalizio.
Nel 1935 infatti aderisce al movimento “Abstraction-Création”, fondato a Parigi nel 1931 da Van Doesburg, Seuphor, Vantongerloo con lo scopo di promuovere e diffondere l’opera degli artisti non figurativi. Nello stesso anno insieme al gruppo degli astrattisti milanesi partecipa alla prima mostra collettiva di arte astratta nello studio di Casorati e Paolucci a Torino ed espone le sue sculture a Milano alla galleria del Milione in una sua personale.
Nel dopoguerra si dedica alla ceramica e raggiunge, attraverso una tecnica raffinatissima, un’altissima qualità riconosciuta dai numerosi premi ricevuti tra i quali il Gran Premio della Triennale nel 1951, dalla medaglia d’oro di Praga e da quella di Monaco di Baviera.
La produzione di Melotti è stata sempre animata da una doppia, ma non contraddittoria tensione: da un lato la forma allusiva e simbolica, dall’altro l’invenzione ritmica e strutturale. La sua scultura si definisce sempre più su un carattere mentale e contemporaneamente subisce una sintesi, nei modi e nei materiali: ceramica, gesso, teatrini polimaterici, ma soprattutto leggerissime sculture in acciaio sono piene di una vena surreale.
Si approfondisce in questo periodo un profondo legame professionale e umano con Giò Ponti con il quale collabora in due grandi progetti per la Villa Planchart a Caracas (1956) e la Villa Nemazee a Teheran (1960).
Nel 1967 espone alla Galleria Toninelli di Milano numerose sculture di nuova ispirazione. Da qui ha inizio una serie di mostre in Italia e all’estero che lo porterà rapidamente al successo. Nel 1979 viene presentata a Palazzo Reale a Milano una mostra personale antologica e nel 1981 Firenze gli dedica una grande retrospettiva al Forte Belvedere.
Melotti muore a Milano il 22 giugno 1986 e nello stesso mese la 42° Biennale di Arti Visive di Venezia gli conferisce il Leone d’oro alla memoria.
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