biografia
Roma, 1935 – Marsiglia, 1963
Francesco Lo Savio è stato una delle personalità più complesse del panorama artistico italiano. Dopo il diploma al Liceo Artistico di Roma, si iscrive alla Facoltà di Architettura, che lascerà ben presto per dedicarsi al design e alla pittura.
In questi anni entra in contatto con l’ambiente artistico e culturale romano. In particolar modo stringe una solida amicizia con Toti Scialoja che nel 1960 lo presenta al gallerista Liverani il quale diventerà poi il suo unico gallerista.
Nel 1959 abbandonò le sue prime esperienze vicine all’informale, per dedicarsi a una ricerca incentrata sullo spazio. Frutto di questa nuova sperimentazione è una serie di dipinti monocromi, in cui la variazione luministica del colore definisce la strutturazione della superficie e la pone in rapporto di continuità con lo spazio ambientale
Nel novembre dello stesso anno partecipò, insieme con Angeli, Festa, Schifano e Uncini, alla mostra organizzata alla galleria La Salita di Roma da P. Restany, “5 pittori. Roma 60”. In questa occasione presentò i suoi primi Metalli, frutto di una maggiore adesione alla lezione costruttivista: lastre di metallo nero opaco flesse poste su supporto bidimensionale.
Dall’inizio degli anni Sessanta incomincia una intensa stagione di collaborazioni e esposizioni internazionali e crea le Articolazioni Totali in cui isola lo spazio con cubi di cemento bianco per certi versi anticipatori della minimal art.
Dopo la morte, il suo lavoro ebbe numerosi riconoscimenti. In particolare, la X Quadriennale di Roma, la XXXVI Biennale di Venezia nel 1972, la retrospettiva curata da G. Celant al Padiglione di arte contemporanea a Milano e la retrospettiva, curata da B. Corà nel 2004 lal Museo Pecci di Prato. Le sue opere sono conservate in numerosi musei pubblici e collezioni private, come la Galleria nazionale d’arte moderna di Roma, la Galleria civica di arte moderna e contemporanea di Torino e la Fondazione Prada di Milano.