biografia
Genova, 1922 – Milano, 1986
Emilio Scanavino è stato un pittore e uno scultore italiano.
Nel 1942 si iscrive alla Facoltà di Architettura dell’Università di Milano, ma contemporaneamente presenta la sua prima mostra personale presso il Salone Romano di Genova. Lo scoppio della guerra lo costringe ad abbandonare gli studi e andare al fronte.
Una volta tornato in patria, inizia a lavorare come disegnatore tecnico presso l’amministrazione comunale di Genova e aderisce al clima di rinnovamento culturale e artistico della sua città. Nel frattempo continua la sua attività artistica, producendo una serie di tele dove ricorrono moduli linguistici di declinazioni espressionista.
Nel 1947 Scanavino si reca per la prima volta a Parigi dove soggiorna qualche tempo e, accanto ai critici, incontra i poeti e gli artisti, Edouard Jaguer, Wols, Camille Bryen.
L’esperienza parigina si rivelerà fondamentale nel suo percorso stilistico, in particolare per l’influenza che il postcubismo, reinterpretato in chiave personale, avrà sulla sua produzione successiva.
Nel 1950 espone alla XXV Biennale di Venezia (dove tornerà diverse volte), ricevendo l’attenzione della critica. L’anno successivo ottiene una mostra personale alla Apollinaire Gallery di Londra, dove conosce Philip Martin, Eduardo Paolozzi e Francis Bacon.
Tornato in Italia, si trasferisce per un periodo ad Albisola per frequentare il laboratorio di ceramica di Tullio d’Albisola. Qui incontra e stringe amicizia con Fontana, Dangelo, Baj, Dova, Crippa, Jorn, Appel, Corneille del gruppo Cobra, Matta, Lam.
Gli anni 50 sono segnati da un suo avvicinamento al gruppo milanese degli Spaziali, al quale non aderirà mai formalmente. In questi anni, inoltre, Scanavino viaggia spesso tra Londra e Parigi. Nascono in questo periodo i primi Rituali e gli Alfabeti senza fine, i temi che ricorrono nella pittura di Scanavino, dove il segno si fa protagonista sulla tela di pieni e vuoti di presenze suggestive.
La Biennale di Venezia lo invita ancora nel 1958, e nel 1960 e nel 1966 con una sala personale.
Nel 1971 si trasferisce per qualche tempo a Roma ed è invitato alla Biennale di San Paolo del Brasile insieme con Alik Cavaliere: i due artisti realizzano l’opera-installazione Omaggio all’America Latina, dedicata ai Martiri per la libertà dei popoli latinoamericani.
Lungo gli anni Settanta Scanavino il suo segno si semplifica e si raccoglie in griglie o architetture geometriche, che preludono a una riflessione sull’oggettivazione della pittura.
Nel 1973 la Kunsthalle di Darmstadt gli dedica una vasta e approfondita antologicache sarà esposta anche a Venezia a Palazzo Grassi e a Milano a Palazzo Reale.