biografia
Roma, 1970
La ricerca pittorica di Cristiano Pintaldi si fonda sulla ricostruzione dello spazio visivo ottenuta attraverso un procedimento analogo a quello della formazione dell’immagine video.
I suoi quadri sono infatti dipinti secondo la logica di scomposizione che è propria delle immagini di tipo elettronico, dove l’unità elementare dell’informazione visualizzata sullo schermo è il pixel, con i tre punti di colore rosso, verde e blu. Attraverso questo processo l’artista elabora immagine con la sua scomposizione in colori primari racchiusi in innumerevoli pixel dipinti a mano. Un lavoro pittorico che richiede una estrema precisione e un tempo di realizzazione paradossalmente lungo rispetto alla velocità con cui il pixel costruisce l’immagine nello spazio video.
Le immagini, di Pintaldi, e dei suoi quadri oscillano tra due opposti livelli di civiltà: la tecnologica e la primordiale. Le sue opere rappresentano il nuovo tipo di visione stimolato dalla realtà “virtuale”, spesso più presente e pervasiva di quella “reale”, con l’obiettivo di evidenziare che l’immagine digitale non è affatto infinita come quella “reale”, bensì riducibile al pixel.