biografia
Udine, 1939 – Milano, 2018
Getulio Alviani è stato un artista italiano, tra i massimi esponenti dell’Arte Programmata e dell’Arte Cinetica.
In giovane età si forma nello studio dello scultore Max Piccini e successivamente lavora come grafico e progettista per un’industria di apparecchiature elettriche. Qui approfondisce i problemi della comunicazione visiva e studia sia piccoli dispositivi di comando che strutture parietali trasformabili.
Alla fine degli anni Cinquanta, realizza le prime Linee luce, caratterizzate da superfici metalliche fresate organizzate e composte in maniera modulare.
Nel 1962 partecipa alla mostra “Arte programmata” organizzata da Olivetti nelle città di Venezia, Roma e Düsseldorf. Si unisce inoltre al movimento internazionale “Nove Tendencije”, insieme al “Gruppo N” di Padova con Enrico Castellani e Piero Manzoni.
Sin dai primi anni Sessanta le sue linee luce diventano tipiche e riconoscibili, prototipi delle superfici in alluminio fresato a texture vibratile che ne saranno successivamente la sua firma tangibile. Caratterizzate da trasparenze ed effetti caleidoscopici, mutevoli in relazione all’angolo visuale e all’incidenza della luce, sono rigorosamente progettate perché possano essere riprodotte in serie: la superficie, fresata elettricamente con una precisione determinata da preordinata programmazione, muta continuamente a seconda delle posizioni degli angoli visuali e dell’incidenza luminosa generando immagini sempre diverse.
In questo periodo, Alviani espone attivamente in molte mostre collettive in tutta Europa, in particolare a Berlino, Amsterdam, Francoforte e Parigi. Qui, nel 1964 prende parte alla mostra alla la mostra “Nouvelle Tendance Recherches Continuelles” presso il Musée des Arts Décoratifs del Museo del Louvre Successivamente espone in diverse città degli Stati Uniti ed estere, come Tel Aviv e Tokyo.
In questi anni giovanili stringe amicizia con artisti di fama internazionale quali Josef Albers, Anni Albers, Max Bill, Hans Richter, Sonia Terk Delaunay e Lucio Fontana, partecipando inoltre ai maggiori eventi d’arte internazionali. Nel 1964, prende parte alla Biennale di Venezia (e poi ancora nel 1986 e nel 1993), nel 1965, alla VIII Biennale di San Paolo del Brasile e all’esposizione “The Responsive Eye” al Museum of Modern Art (MoMA) di New York – mostra che sancisce l’affermazione dell’Arte Cinetica, dell’Op Art e dell’ Arte Programmata negli Stati Uniti – mentre nel 1968, espone il suo lavoro a Documenta 4 a Kassel.
Nel 1973, partecipa alla X Quadriennale di Roma ed espone al San Francisco Museum of Art di San Francisco. Nel 1976, inizia ad insegnare all’Accademia di Belle Arti di Carrara che lascerà nel 1981 per dirigere il Museo de Arte Moderno Jesús Soto di Ciudad Bolívar in Venezuela, da lui consacrato all’Arte Percettiva.
Nel 2000 è presente alla mostra collettiva “Open Ends” tenutasi presso il Museum of Modern Art (MoMA) di New York. Nel 2007 espone al Museo Nacional Centro de Arte Reina Sofía di Madrid nella mostra “Lo[s] Cinético[s]” e nello stesso anno partecipa all’esposizione “Optic Nerve” presso il Columbus Museum of Art di Columbus, Ohio. Nel 2012 partecipa alla collettiva “Ghosts in The Machine” presso il New Museum of Contemporary Art di New York.
A fianco della sua produzione artistica, Alviani esegue inoltre progetti di architettura, dedicandosi con impegno crescente alla cura di testi ed esposizioni relative ai protagonisti delle ricerche strutturali e visive a livello internazionale.
Nel 2013 partecipa alla mostra collettiva “Dynamo – un siècle de lumière et de mouvement dans l’art 1913-2013”, al Grand Palais di Parigi.
Tra i molteplici campi di studio esplorati, Alviani si è occupato inoltre di fenomenologia cromatica e della realizzazione di strutture tridimensionali a partire da formule matematiche.
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