
Vedute della mostra
Opere in mostra



Parlavo della luce della candela di de La Tour, per dire che non c’è un’unica luce, ci sono decine e centinaia di luci. La luce e il fuoco servono a un’idea. […] L’aspetto acustico e di calore serve per affermare questa uscita all’esterno, dal muro verso lo spettatore
L’Epos contemporaneo, Jannis Kounellis in conversazione con Germano Celant in Kounellis, catalogo della mostra (Milano, Padiglione d’Arte Contemporanea,
10 aprile-31 maggio 1992), Fabbri Editori, Milano 1992
“Il problema del fuoco è un problema particolare”, afferma Jannis Kounellis. “Il mio interesse per questo elemento non risiede soltanto nel fuoco come problema, ma anche nei suoi riferimenti con le leggende medievali. Il fuoco nelle leggende medievali si identifica con il castigo e la purificazione.”
Kounellis si allontana dalla pittura negli anni attorno al 1965 ed a partire dal 1967, l’anno della cosiddetta “Margherita di fuoco”, il fenomeno della combustione comincia ad apparire frequentemente nell’opera dell’artista. In quest’opera Kounellis confronta la natura e la cultura mostrando la fiamma ossidrica che ha usato per tagliare le foglie di metallo e sostituendo così la vita organica del fiore con il fuoco, che è l’immagine del suo rinnovamento. Il suo è un fuoco benefico con potenziale alchemico, dalla fiamma mistica delle sue prime opere alla fuliggine degli ultimi anni.

Nato al Pireo nel 1936, Jannis Kounellis si trasferisce a Roma nel 1956 dove frequenta l’Accademia di Belle Arti e ha le prime esperienze espositive. Fin dai primi lavori appare evidente la volontà di uscire dalla stagione artistica “informale” e del dopoguerra per delineare un nuovo codice visivo in cui convivano l’arcaico, il classico e il contemporaneo in una dialettica elementare che porti alla costituzione dell’opera; è in questo ambito che a metà degli anni sessanta nascono lavori, tutti “senza titolo”,
in cui la materia vivente reca il suo colore, il suo peso, la sua forma su rigide strutture di supporto. Nel 1969, portando alle estreme conseguenze il processo linguistico intrapreso, espone dodici cavalli vivi disposti lungo le pareti della galleria L’Attico di Roma e nello stesso anno a Parigi espone una serie di fiammelle a gas poste all’altezza dello sguardo dell’osservatore che ne coglie non solo la luminosità e il colore, ma anche il suono e l’odore.
Dopo avere contribuito alla nascita e alla formulazione dell’Arte Povera, negli ultimi anni il lavoro di Jannis Kounellis definisce con cruciale incisività il nodo e i rapporti con la tradizione e l’epos popolare, affrontando i problemi riguardanti la centralità dell’artista e l’esempio civile dell’arte nella società contemporanea in formalizzazioni che,
a volte pervase di alto lirismo, in altre da una solenne sobrietà formale, ripercorrono la storia dalla classicità alle avanguardie storiche del Novecento, alla modernità.
Jannis Kounellis ha esposto in tutto il mondo (a Parigi, Bordeaux, Amsterdam, Berna, Eindhoven, Berlino, Chicago, Barcellona, Madrid, Buenos Aires, Sarajevo, Napoli, Milano, Venezia, Beijing, Mosca, Atene, Il Pireo, Londra e Oxford, per citare solo alcune delle città che hanno ospitato il suo lavoro) e ha preso parte a sette edizioni della Biennale di Venezia dal 1972 in poi.
Le sue opere sono state presentate alle Documenta di Kassel nel 1972 e nel 1982, e sono inoltre entrate a far parte di importanti collezioni pubbliche quali la Tate Modern di Londra, il Centre Pompidou di Parigi, il MoMA e il Guggenheim di New York, il Museum of Modern Art di San Francisco e il Walker Art Center di Minneapolis.