A più di dieci anni dall’ultima retrospettiva dedicata all’opera di Mario Ceroli, Tornabuoni Art Paris è lieta di presentare, a partire da giugno 2022, una mostra consacrata a questo importante esponente della scena artistica romana. La mostra sarà l’occasione per esplorare alcuni temi centrali del suo lavoro, ossia la natura, l’antichità greco-romana e il teatro.
Mario Ceroli è uno scultore diplomato all’Accademia di Belle Arti di Roma, dove si formò con Leoncillo Leonardi, Pericle Fazzini ed Ettore Colla. Dopo aver iniziato la sua carriera artistica come ceramista, durante un viaggio ad Assisi nel 1957 Ceroli scoprì l’arte di Giotto, da cui poi trasse ispirazione per creare le sue prime figure in legno. In breve tempo riscosse grande riconoscimento, ottenendo anche il premio per la giovane scultura della Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma nel 1958.
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Mario Ceroli iniziò ad affermarsi nel 1964 con opere in legno grezzo, in particolare pino russo, che assembla insieme a materiali diversi – legno bruciato, paglia, vetro, pigmenti – inserendosi così nella poetica dell’Arte Povera. Negli anni Sessanta, mentre gli artisti della Pop Art reinterpretavano le immagini della vita quotidiana, Mario Ceroli rendeva omaggio ai grandi classici della storia dell’arte italiana, come Leonardo da Vinci, Piero della Francesca e Andrea Mantegna. Alcune delle opere esposte presso Tornabuoni Art testimoniano questo radicamento culturale. Profili di teste di antichi guerrieri dorati a foglia d’oro, realizzati dopo il ritrovamento dei monumentali bronzi di Riace nel 1972 in mare al largo delle coste calabresi, si affiancano a una scultura in bronzo del celebre tuffatore di Paestum, dipinto ad affresco su una tomba del V secolo a.C., o a grandi formati ispirati alle teorie geometriche di Paolo Uccello.
L’interesse di Mario Ceroli si sviluppò in concomitanza con l’ascesa dell’Arte Povera, i cui protagonisti mostravano per lo più un interesse per elementi e materiali grezzi come il legno, la terra, il vetro e il fuoco. Il termine “Arte Povera” fu usato per la prima volta nel settembre 1967, un anno dopo che Mario Ceroli ricevette il premio per la scultura alla Biennale di Venezia per la monumentale opera Cassa Sistina, oggi nelle collezioni del Centre Pompidou. Tuttavia, possiamo trovare la genesi degli aspetti principali che caratterizzano questo movimento nella mostra organizzata a Roma nel 1965 dalla galleria La Tartaruga, che riunì Ceroli, Boetti, Pascali e molti altri, che in seguito sarebbero stati chiamati “poveristi”.
Questa avventura intellettuale e artistica di estremo radicalismo si contrappone alle proposte formaliste delle grandi correnti americane dell’epoca, come la Pop Art e l’Optical Art. Rifiutando i manierismi di una società votata al consumo, l’Arte Povera privilegia il gesto creativo e la materia rispetto all’oggetto. Ricollegandosi spesso alla cultura antica, Mario Ceroli ha risposto a questo rifiuto rappresentando la natura. In particolare, raffigura i Grandi Misteri di Eleusi, riti esoterici agrari, con spighe di grano bruciate su pannelli di legno. L’incontro tra il vento del sud e il mare (Maestrale, 1992) è un’onda monumentale di vetro turchese trapassata dalla luce. Lo scirocco, che trasporta la sabbia dal Sahel alle coste europee, è un mare di legno del colore del deserto. I nomi delle opere – Colori del Sole, l’Albero di vita, Girasole, Volo di gabbiani, Aria Acqua Terra Fuoco – sono un invito al viaggio e un’ode al Mediterraneo. Per questa mostra, Tornabuoni Art riunisce una selezione di opere di questo tipo, evidenziate in un momento in cui la fragilità degli elementi naturali rappresentati è al centro dei nostri dibattiti democratici.
Nel corso degli anni, Ceroli ha intrapreso la decorazione di numerosi spazi pubblici, come le chiese di Santa Maria Madre del Redentore di Tor Bella Monaca a Roma (1987) e San Carlo Borromeo a Napoli (1990). Lavora anche come progettista teatrale, collaborando con il Teatro Stabile di Torino (1968), La Scala di Milano (1971) e il Teatro La Fenice di Venezia (2018).Negli anni Settanta e Ottanta sperimentò il marmo policromo, il vetro, la polvere e il bronzo, rivisitando opere d’arte dal Rinascimento ai giorni nostri. L’interesse di Ceroli per queste diverse discipline lo ha portato a trascendere i confini della semplice opera d’arte e a esplorare il modo in cui essa interagisce con altri campi, come l’architettura o il teatro. Creando un proprio ambiente di lavoro e di vita, l’artista ha raccolto negli ultimi anni oltre 500 opere in uno spazio simile a un museo, destinato a essere costantemente arricchito e progettato per ispirare positivamente le nuove generazioni di artisti.
Alcune sue opere sono esposte anche alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma. Ceroli vive e lavora a Roma.
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