“Questa è una cancellazione. Una macchia che copre una parola, separandola dal mondo, rendendola libera. Che cos’è questa parola? Qual è il suo sinonimo? In che lingua è? Nessuno può dirlo. Nessuno può saperlo. Conoscevo questa parola, ma l’ho dimenticata. Da più di vent’anni – quasi venticinque ormai – sto cancellando, e ci vado con la passione di un monaco”.
Emilio Isgrò, 2007
A cinque anni dall’ultima retrospettiva dedicata all’opera di Emilio Isgrò nello spazio Passage de Retz, Tornabuoni Art Paris è lieta di annunciare da ottobre 2022, una mostra dedicata a questo pioniere di un linguaggio artistico del dopoguerra, la cancellatura. L’esposizione esplorerà l’iconico gesto della cancellatura attraverso diverse serie, che abbracciano oltre mezzo secolo. La mostra si svolge in concomitanza con una vasta retrospettiva a Brescia, abitando tre diverse istituzioni della città, attualmente capitale italiana della cultura: dal Museo di Santa Giulia al Capitolium, dal Teatro Romano al Chiostro rinascimentale, ai giardini del Viridarium.
Nato in Sicilia nel 1937, Emilio Isgrò è un artista concettuale la cui produzione è considerata una delle opere più originali della fine del XX e del XXI secolo. Giornalista, romanziere, poeta, drammaturgo, il lavoro concettuale di Isgrò ruota attorno alla parola scritta, più precisamente alla sua cancellazione, per visualizzare specifici frammenti di testo, contribuendo così alla nascita della Poesia visiva.
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Mentre lavorava come giornalista per il “Gazzettino” di Venezia, nel 1964, Isgrò iniziò a interrogarsi sul testo, sulle parole e sul loro rapporto con le immagini che rappresentano nel contesto di un mondo basato sulla sovrainformazione. Così l’artista realizza le sue prime cancellature su enciclopedie e libri. Per Isgrò cancellare non è un modo per distruggere o negare ciò che cancella, ma un mezzo di trasformazione. Il testo finito si apre a nuove possibilità e la cancellatura diventa uno strumento di libertà espressiva.
Giocando con i concetti di presenza e assenza, decostruzione e ricostruzione, Isgrò dà un nuovo significato ai numerosi supporti che utilizza: capolavori letterari, mappe, enciclopedie. Meno di un decennio dopo aver creato la sua prima cancellatura, l’artista è invitato a partecipare alla 36a Biennale di Venezia, invito rinnovato nel 1978, 1986 e 1993.
La mostra esplora i vari cicli attraverso i quali si sviluppa questo linguaggio visivo, da una delle prime cancellature del 1964 ai pezzi letterari del 2019. Tra i pezzi degli anni Settanta, Particolare di Emilio Isgrò Ingrandito 300 volte (1971) è un’eco dell’immaginario dei mass-media e un approccio umoristico alla tradizione dell’autoritratto. In mostra anche alcuni Telex del 1972-1974 in cui l’artista applica la sua cancellatura al supporto di uno dei primi mezzi di comunicazione diretta nato negli anni Trenta.
Altri Continenti (1974) e Russland (2007) testimoniano l’interesse dell’artista per la geopolitica come anche i suoi Mappamondi, mentre la serie Dichiaro di non essere (2012) guarda al tema della santità nella tradizione cristiano-cattolica e in alcuni casi funge da ode ai grandi maestri del Rinascimento, come Dichiaro di non essere Giotto (2014).
Giara di Empedocle (2015), Giara di Archimede (2015) sono opere che comprendono sia vasi che ritratti di pensatori greci che vengono alterati per mezzo di insetti disegnati come se camminassero sui supporti. Tra i vari capolavori letterari affrontati da Isgrò, Tornabuoni Art è lieta di esporre alcuni dei cicli più recenti: La Divina Commedia di Dante e Romeo e Giulietta e Otello di Shakespeare, tutti e tre cancellati in rosso.
Diventato uno dei più celebri artisti contemporanei in Italia, il lavoro di Emilio Isgrò è stato oggetto di numerose mostre a partire dagli anni Sessanta. Le sue opere sono state esposte in occasione della mostra “The Artist and the Book in Twentieth-Century Italy”, presentata nel 1992-1993 al MoMA di New York e nel 1994 alla Collezione Guggenheim di Venezia. Nel 2016 Milano gli ha reso omaggio con una grande retrospettiva tenutasi contemporaneamente in più sedi: Palazzo Reale, Gallerie d’Italia e Casa del Manzoni. Nel 2019 la Fondazione Cini di Venezia gli ha dedicato una grande retrospettiva, una delle ultime curate da Germano Celant in collaborazione con Tornabuoni Art. Un anno dopo, l’artista ha realizzato un’opera forte per la mostra “Quirinale Contemporaneo” in cui ha cancellato con un colore rosso intenso le leggi razziali approvate nel 1938 in Italia sotto il regime fascista. In occasione dell’installazione di quest’opera, il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha reso omaggio a Isgrò sottolineando l’importanza di questa azione.
Il lavoro di Emilio Isgrò non si limita ai classici supporti testuali e nel corso degli anni ha sperimentato progetti urbani di più ampia portata. Recentemente, in occasione dell’apertura della 79esima edizione della Mostra del Cinema di Venezia, l’artista ha realizzato Una vela per Pasolini, una vela per la barca dell’intellettuale che è salpata in occasione del centenario della sua morte.
Le opere di Emilio Isgrò sono presenti in numerose collezioni pubbliche italiane e internazionali. Il Museo del Novecento di Milano, la Galleria degli Uffizi di Firenze, la GAM di Torino, il Centre Pompidou di Parigi, i Musées Royaux des Beaux-Arts de Belgique e l’Israel Museum di Gerusalemme.
Emilio Isgrò vive e lavora a Milano.