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![Peinture de feu sans titre (F27I), [1961] Peinture de feu sans titre (F27I), [1961]](https://www.tornabuoniart.com/wp-content/uploads/2022/04/klein-F027-I-scaled-619x1166.jpeg)
Il fuoco è per me il futuro, senza dimenticare il passato. È la memoria della natura. […] È un dio protettivo e terribile, buono e cattivo. Può contraddire se stesso: è quindi uno dei principi di spiegazione universale. Forse non abbiamo ancora abbastanza capito che il fuoco è un’entità sociale più che naturale, e per capire la validità di questa osservazione non c’è bisogno di sviluppare considerazioni sul ruolo del fuoco nelle società primitive, o di insistere sulle difficoltà tecniche di mantenimento del fuoco.
Yves Klein, L’évolution de l’art vers l’immatériel, conferenza alla Sorbona, 3 e 5 giugno 1959
Yves Klein, artista cui spetta l’apertura di questa affascinante mostra, fu attratto dall’aspetto dialettico del fuoco, simbolo sia del bene che del male, di distruzione e rigenerazione e di vita e morte. “Il fuoco è per me il futuro senza dimenticare il passato. È la memoria della natura. È dolcezza, il fuoco “è dolcezza e tortura”. È il focolare e l’apocalisse. È un piacere per il bambino sapientemente sedutosi vicino al camino; punisce, tuttavia, ogni disobbedienza quando si vuole giocare troppo da vicino con le sue fiamme. È benessere e rispetto. È un dio tutelare e terribile, buono e cattivo.”

Yves Klein nasce il 28 aprile 1928 a Nizza in una famiglia di artisti: il padre Fred Klein è un pittore figurativo, la madre Marie Raymond una pittrice astratta. Nel 1947, prima di intraprendere la carriera artistica, inizia a praticare il judo. Nel 1952 va in Giappone per perfezionare la tecnica e diventa cintura nera (quarto dan).
Nel 1955 espone opere monocrome di vari colori al Club des solitaires di Parigi con il titolo Yves, peintures. Diventa famoso con il nome “Yves le Monochrome”.
Nell’autunno 1956 inaugura il suo “periodo blu” scegliendo un blu oltremare già esistente ed estremamente saturato che, secondo Klein, incarna “l’espressione perfetta del blu”.
I monocromi blu, tuttavia, sono soltanto un aspetto della sua produzione, che si sviluppa utilizzando tecniche diverse. Nei suoi Peintures de feu, così come nelle Cosmogonies (stampe di vento e pioggia), l’artista evoca gli elementi naturali affinché esprimano la loro forza creativa. Il primo è realizzato nel 1957, nel giardino della Galerie Colette Allendy di Parigi, il giorno dell’inaugurazione di Propositions monochromes. Le Sculptures Éponges sono concepite come ritratti dei visitatori impregnati di pigmenti, per illustrare il concetto di trasmissione della sensibilità artistica. Fra gli elementi preferiti dall’artista troviamo anche l’oro, utilizzato come tramite che conduce all’assoluto.
La mostra “La spécialisation de la sensibilité à l’état de matière première en sensibilité picturale stabilisée” alla Galerie Iris Clert del 1958 (per la quale svuota completamente la galleria parigina), insieme alla vendita delle Zones de sensibilité picturale immatérielles (pagate con piccoli lingotti d’oro, metà dei quali sono gettati nella Senna), portano la sua arte ad aprirsi all’immateriale.
Nello sviluppo della ricerca sugli elementi fondamentali (aria, acqua, fuoco), Klein definisce un’“architettura dell’aria” ed espone i suoi princìpi nel giugno 1959 in una conferenza alla Sorbona. È inoltre tra i precursori dell’happening, grazie alla realizzazione in pubblico di antropometrie, o del Saut dans le vide. In una mostra monografica organizzata dal Museo Krefeld nel 1961, espone altri esperimenti con il fuoco inteso come elemento figurativo, che, sempre quell’anno, utilizza come medium sulla superficie di tele di cartone svedese, al Centre d’essai de Gaz de France.
Il 21 gennaio 1962 Klein sposa la giovane artista Rotraut Uecker. Muore pochi mesi più tardi, a 34 anni, lasciando un corpus di opere sconfinato e audace, che ancora oggi ispira generazioni di artisti e appassionati contemporanei.